MIRROR LYRICS: LA COLLEZIONE FW16 IN UN GIOCO DI RIMANDI E RIFLESSI NELLE STANZE DELL’HOTEL PARTICULIER IENA

02|03|2016_Come entrare in un gioco di riflessi. Un racconto scritto in un caleidoscopio di specchi. Le stanze di un palazzo.

Al primo piano dell’ Hotel Particulier Iena, il percorso che porta da una stanza all’altra è disegnato da luci e ombre, dal groove di una rock band e dalla traccia di un valzer che ha accompagnato un ballo che c’è stato. Una elegante tavola apparecchiata annuncia una cena che sta per esserci. Al momento, solo un chitarrista vi ci siede accanto e gioca con accordi elettrici. Nella stanza accanto, la natura entra prepotentemente dal camino riempiendola di piante come alghe nel rosso di un acquario. In fondo, nell’ultima stanza, una band suona live nell’atmosfera di Only lovers left alive. Ovunque il calore del cioccolato.

Come abitanti siderali di un palazzo sospeso nel tempo, le donne Ilaria Nistri dimorano in queste stanze e invitano gli ospiti a far parte di un sogno.

La collezione Fw16 è anch’essa un gioco di luci ed ombre, strutture ed architetture, forme e volumi che creano suggestioni ipnotiche che si rincorrono senza seguire una logica precisa. Si da vita ad una poesia di figure apparentemente diverse tra loro ma perfettamente in armonia. Così si fondono in un mix equilibrato i molteplici materiali, accostati in modo insolito, che contrappongono morbidezza a rigidità, fluidità a struttura e conciliando linee dal design essenziale a superfici fortemente caratterizzate.

La silhouette rivisitata di un kimono contrasta le stampe di collezione ma allo stesso tempo si fonde perfettamente con queste taglienti immagini. Esse sono frutto della collaborazione con l’artista Aitor Ortiz, il cui lavoro si incentra su immagini architettoniche di edifici e delle strutture che li compongono. Nucleo della sua arte è il concetto di luogo, inteso nella sua declinazione più metafisica e astratta. Nelle fotografie di Ortiz si perde, infatti, il concetto di reale e concreto per avvicinarsi ad una architettura immaginata, fatta di paesaggi a metà strada tra il reale e l’irreale.